Secondo uno studio condotto da Mc Kinsey sulle “Donne sul posto di lavoro 2017” gli uomini occupano il 52% delle posizioni junior delle aziende mentre le donne il 48.
Ma quando si guarda la statistica relativa ai manager i numeri cambiano drasticamente. il 63% di loro, infatti, è un uomo, mentre solo il 37% è una donna. Va quindi capito come mai ci sia un tale calo di rappresentanza femminile. La domanda è molto complessa in quanto i dati raccontano che il 57% degli studenti universitari che si laurea è di genere femminile. Dove vanno a finire, quindi, tutte queste ragazze?
Si potrebbe pensare che le donne siano più propense a lasciare il posto di lavoro per motivi personali e che questo possa essere il motivo di una tale disparità. Ma lo studio ha anche mostrato che sia gli uomini che le donne tendono a lasciare il posto di lavoro per occuparsi della famiglia in egual numero, circa l’ 1- 2% del totale. Quindi cosa succede?
Ciò che sappiamo è che le aziende più performanti sono anche quelle più inclini a promuovere le donne a diventare manager, in contrapposizione con le aziende avversarie che invece non attuano tale strategia. Non è certo, però, che il successo di tali compagnie sia necessariamente solo dovuto a una grande diversità attraverso tutti i livelli di impiego, ma si è evinto che le donne ricevevano molto più di rado consigli e suggerimenti di tipo professionale dai loro superiori, per accedere a nuove posizioni di carriera, proprio nelle aziende più virtuose. Ciò non succedeva nelle aziende avversarie..
Anche se noi donne siamo sottorappresentate ai vertici aziendali, ci sono alcuni sforzi che possiamo compiere per ridurre al minimo questo gap. Se ci uniamo possiamo eliminare le diseguaglianze di genere sul posto di lavoro ed alcune idee potrebbero essere le seguenti:
Entrare a far parte di un gruppo di donne lavoratrici
Una tale appartenenza permette infatti di creare fruttuose connessioni professionali con altre donne nel mondo del lavoro, aprendo conversazioni specifiche su problematiche che possono emergere nella propria organizzazione e fornendo la possibilità di trovare un’opportuna mentorship tra le colleghe Junior.
Diventare una mentore
Specialmente se si è ad un livello Senior, aiutare altre donne presenti nella propria organizzazione ha il potenziale di aiutarle a crescere ed a svilupparsi professionalmente. Condividere la propria esperienza personale di lavoro, aiutare con piccoli suggerimenti di coaching o anche solo fornire uno spazio di ascolto è di grande aiuto per lo sviluppo della carriera di chi ne ha bisogno.
Dare un feedback onesto
Certamente quando si vuole ispirare o migliorare gli altri membri femminili del team è importante sì lodarle, ma soprattutto dare loro un feedback onesto relativo a ciò che si pensa. Essere chiare laddove ci siano dei miglioramenti o anche solo eventuali punti critici è di fondamentale importanza per fare chiarezza e orientarsi poi nel migliore dei modi.
Celebrare le differenze
Siamo tutte donne ma questo non significa che siamo tutte uguali. Rispettare il talento delle altre figure femminili presenti nella propria azienda aiuta a valorizzare anche se stesse. Una mentalità competitiva, in questo caso, rischia infatti di essere controproducente. Può essere infine d’aiuto cambiare il proprio stile di pensiero percependo che c’è spazio per tutte, ognuna con le proprie peculiarità.
La collaborazione è la chiave
Spesso si dice che il problema è la scarsa presenza di donne ai vertici, ma di grande importanza è anche segnalare a chi seleziona gli impiegati eventuali candidate degne di nota! Spesso, infatti, ognuna di noi acquisisce anni di formazione in settori specifici che sarebbero ben spendibili in un posto di lavoro di cui però non conosciamo magari l’esistenza… un senso di collaborazione collettiva può creare un circolo virtuoso in cui ognuna trova il proprio posto e la propria realizzazione di crescita.
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