Felici Salvo Imprevisti

Questo mese di Marzo 2021 è solo a metà e già ci siamo trovate, piuttosto spaesate e controvoglia, a dover essere spettatrici di 3 eventi di portata epocale:
– Il festival di Sanremo senza pubblico e con applausi finti.
– L’Italia intera nuovamente e rabbiosamente in lockdown.
– Salvo Montalbano ha lasciato Livia da Boccadasse appesa ad una cornetta.

Dato che Sanremo è ormai fatto e finito e la zona rossa è un argomento talmente presente in ogni discussione da averne l’orticaria, ho deciso che questo lunedì mi avrebbe fatto bene portare la mente altrove. A quel mare cristallino di Vigata in cui il Commissario avrebbe nuotato sprezzante della temperatura primaverile. E riflettere su un tema che ha diviso l’Italia, o almeno il mondo femminile.

Ovvero.

Perchè Salvo Montalbano (o Camilleri per lui) ha tradito e abbandonato la donna che gli è stata pazientemente fedele e devota per un quarto di secolo?  E perché, dopo aver rappresentato per anni l’uomo solido (anche per la stazza) retto, malandrino nei limiti del lecito, la lascia in una maniera così infame come è quella di una non-telefonata?

La risposta potrebbe apparire scontata e già insita nella saggezza popolare del motto “tira più un pelo di …”. Ma non credo che il vecchio e compianto Camilleri fosse arrivato ad odiare così tanto il suo personaggio da ridurlo a questo.
E così ho cercato di calare la storia in un quadro più ampio, nella particolare fase di vita del personaggio e nel momento storico che stiamo vivendo tutti: quello del “crepuscolo”.

Non so se anche voi siete state colpite dal rincoglionimento dell’uomo! Lui che non ha mai fatto un passo indietro davanti a mafiosi, politici, trafficanti di vario genere. Lui dall’ironia facile e tagliente. All’improvviso perde la parola, il dominio della situazione. Muto (o alla Camilleri: mutacico) sia di fronte alla compagna storica che chiede spiegazioni sia davanti la giovane conquista, quando ella pare dargli il due di picche.
A mio avviso tutto ciò si spiega come “improvvisa disperazione” dell’autore di fronte ad un domani che sa di non avere più. L’angoscia di dover cogliere gli ultimi attimi del “qui ed ora”, senza la possibilità di demandare ad un più speranzoso futuro.

Una disperazione che l’attore ha interpretato benissimo, quando rotolandosi con la giovane tra divano e pavimento, lascia trasparire fretta, voracità, ansia.
Ripercorrendo la sua lunghissima relazione con Livia, questa può essere catalogata come “l’attesa”. Gli eterni fidanzati che hanno sempre rimandato i progetti. Un po’ come facciamo tutti noi quando pensiamo che il tempo sia infinito. Rimandiamo a data da destinare il momento in cui faremo ciò che ci rende felici, o che cambieremo lavoro, o che ci prenderemo cura del nostro corpo.

Così abbiamo fatto d’altra parte prima del Covid: abbiamo rimandato telefonate alle persone care, cene in famiglia, aperitivi con gli amici, viaggi esotici, gravidanze o separazioni pensando “non è ancora il giorno giusto”.
E oggi che il tempo è scandito da momenti tutti quasi uguali, probabilmente rimpiangiamo quei giorni che non ci sembravano abbastanza giusti.
E quindi credo che Camilleri, al termine del suo lunghissimo viaggio, dopo tante opere mirabili, abbia voluto lasciarci un messaggio scomodo ma vitale. Anche a costo di far perdere la faccia al suo più noto personaggio.

“Lascia perdere la coerenza, le aspettative. Molla le paure e le inibizioni. Hai una sola opportunità per essere felice, ed è oggi”

1 commento

  1. Ivan

    È la puntata di Montalbano – nei limiti di una regia e di un intreccio un po’ limitati – che ho apprezzato di più. Non c’è quella Sicilia che ormai è solo nei pensieri di Camilleri/Montalbano. C’è la vita. C’è adesso. E Montalbano crolla di fronte al film della sua vita che gli scorre davanti.
    Questa è la mia sensazione e ciò che ho visto. Un Montalbano non più “perfetto” un Montalbano uomo della sua età e lontano dal suo tempo: che suo più non è.

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