Il 3 novembre scorso ho letto su Repubblica un articolo dal titolo “La società delle 3 D”, in cui ci si interrogava sul mondo di domani.
Si parlava ovviamente del mondo post (speriamo) covid e la domanda più evidente era “quali saranno i processi irreversibili che la pandemia ci lascerà in eredità“?
O più banalmente, dove stiamo andando?
Sono tante le D che possono venirci in mente, molte più di 3:
- D-isuguaglianza tra chi ha un lavoro sicuro, non toccato da un’emergenza sanitaria che ormai è sempre più economica e chi invece attraversa chiusure, blocchi, limitazioni, incertezze e perdite.
- D-ispersione nelle relazioni sociali. Perché non ci si può assembrare, ma non ci si può neanche incontrare, assolutamente mai toccare, a tratti neppure vedere.
- D-igitalizzazione del lavoro, veloce come una banda larga ma sedentario, solitario, pressante e inglobante. Degli spazi di casa e dei momenti di vita. Digitalizzazione delle relazioni sociali, sessuali, amicali. Sempre più via chat, sempre meno volti, odori, voci.
- D-pcm, acronimo molto tecnico ormai divenuto familiare. Simbolo di una libertà di scelta non più nelle nostre mani, demandata a chi meglio di noi sa cosa è giusto per le nostre vite. Quanti dpcm ci sono stati nel nostro passato? A chi abbiamo già dato facoltà di decidere senza essercene mai accorte?
- D-isturbo. Nelle emozioni segnate da questi mesi di paura e incertezza. Nelle riunioni on-line piene di rumori di sottofondo. Nei progetti che avevamo fatto e dobbiamo disfare, rifare, aggiustare.
Questo scritto sta prendendo una piega D-epressiva, D-emotivante, non è quello che volevo.
E allora come correggere il tiro se non puntando su una comunità di D-onne pronte a mettere in gioco i propri D-esideri e talenti per avviarsi insieme verso una società più equilibrata e rispettosa del femminile?
Così nasce il progetto “Donne psicologhe per le Donne”, in un mese tradizionalmente dedicato alla lotta contro la violenza di genere. Una violenza che a volte ci facciamo anche da sole, arretrando, mettendoci in ombra, dubitando delle nostre capacità, tacendo.
Una violenza che nella società delle D non vorremmo più trovasse spazio.
E tu vuoi salire a bordo verso il D-omani?
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